venerdì 22 gennaio 2010

Quando lo spettacolo non aiuta la cultura



Comunicato stampa dell’Associazione Italiana Persone Down
Quando lo spettacolo non aiuta la cultura



Molte volte ci sforziamo di realizzare buone trasmissioni culturali, di dare spazio ad una corretta informazione, di aiutare le persone a capire e rispettare le piccole e grandi diversità presenti nel mondo e nel nostro Paese. Tutto ciò è importante e utile, ma molti, moltissimi messaggi passano ad un più largo pubblico attraverso i cosiddetti programmi leggeri in cui anche una battuta può veicolare un più corretto modo di essere e di comportarsi.
Durante la trasmissione del Grande Fratello, spesso e volentieri alcuni dei partecipanti sono soliti condire le loro liti con l’epiteto "mongoloide".
Hanno iniziato in dicembre, mentre i concorrenti erano a tavola per la cena, (la puntata su canale 5 era finita da un' ora o forse più, la diretta continuava sul Canale extra 1 di Mediaset Premium) e la concorrente Carmela l'ha urlato come fosse il peggiore degli insulti, e da allora non hanno più smesso.
Il reiterarsi di questi spiacevoli episodi fa male; fa male alle 49.000 persone con la sindrome di Down e alle loro famiglie che vivono in Italia e che lottano ogni giorno per far capire che avere la sindrome di Down, essere “mongoloide”, non vuol dire essere sciocchi e incapaci e quindi degni solo di disprezzo. Avere la sindrome di Down vuol dire avere un ritardo mentale, ma essere comunque persone, persone che vanno a scuola, che si sforzano di acquisire una certa autonomia, che qualche volta lavorano, che ridono, che piangono, che hanno dei sentimenti, che sanno dare e ricevere.
Da tempo lavoriamo per abbandonare il termine mongoloide proprio perché troppo spesso usato in senso dispregiativo, ma quello che davvero vogliamo non è solo abbandonare la parola, ma abbandonare l’idea che si possa disprezzare una persona.
Chi fa televisione sa che molte persone lo vedranno e lo ascolteranno, deve sapere di avere delle responsabilità, di fare, a volte suo malgrado, cultura. E se domani due bambini giocando davanti alla scuola si scherniranno chiamandosi “mongoloide”, deve sapere che ha contribuito a rinforzare questo comportamento anziché ridurlo.
Le scuse non servono a cancellare l’offesa, ma aiutano a rimettere al centro le persone. Per queste ragioni l’Associazione Italiana Persone Down chiede alla trasmissione “Grande Fratello” di chiedere scusa a questa, forse piccola parte di Italiani, ma non per ciò meno degna di rispetto.

Ufficio Stampa
Associazione Italiana Persone Down
Viale delle Milizie 106, 00192 Roma, tel.063723909

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