martedì 31 agosto 2010

Meeting. Il quoziente familiare riparte da Parma


Meeting. Il quoziente familiare riparte da Parma
Le politiche per la famiglia al centro di un incontro al Meeting a Rimini.

Si è parlato anche di questo al Meeting di Rimini nell’incontro cui hanno partecipato i sindaci di Roma Gianni Alemanno e Parma, Pietro Vignali, accanto al presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, Caterina Tartaglione, presidente del Sindacato delle Famiglie, Luca Pesenti, ricercatore di sociologia generale alla Cattolica di Milano e Monica Poletto, presidente CdO - Opere sociali.

L’esempio di Parma, città dove è stata creata un’agenzia per la famiglia e dove si è cercato di riformare il sistema del welfare locale «così che la famiglia non sia vista come un cliente, ma un fornitore di servizi, applicando il quoziente familiare per l’Isee, il quoziente Parma che serve a rimodulare tasse e tariffe comunali sui carichi familiari». Per il primo cittadino di Parma la speranza è che il cosiddetto quoziente Parma «apra la strada a una fiscalità nazionale più a misura di famiglia». Al momento è attivo un network cui hanno aderito una cinquantina di comuni italiani.

Tra le città che hanno copiato Parma anche la Capitale, il cui sindaco ha detto di battersi da sempre per il quoziente familiare «lo ritengo la politica centrale per le famiglie, perché senza realizzare il quoziente familiare tutti gli aiuti alle famiglie rimarranno troppo deboli. Povertà e ricchezza si determinano dal nucleo familiare e la strada maestra per cambiare è rimodellare l’Isee». Pensando poi al ministro Tremonti ha ricordato come De Gaulle in Francia lo applicò all’indomani della fine della guerra, in un momento certo non florido «il quoziente familiare non è un costo in più, ma prevede una diversa ridistribuzione delle risorse».

Dalle città alla Regione Piemonte, con il neo governatore Cota che ha ribadito come la famiglia sia una priorità e per questa ragione «abbiamo modificato gli stanziamenti sul buono scuola, un provvedimento che negli ultimi cinque anni è stato svuotato, noi invece ci abbiamo messo i soldi perché la libertà educativa è una direttrice della politica a sostegno della famiglia». Cota, inoltre, ha ricordato che la legge sul federalismo fiscale contiene questo principio.

Accanto alle esperienze e alle riflessioni degli amministratori l’esperienza di chi le questioni familiari le vive come Caterina Tartaglione che ha fatto due proposte concrete: «Un nuovo sistema fiscale, con deduzioni sostanziose per i figli e la conciliazione dei tempi famiglia e lavoro con una flessibilità che sia a misura di famiglia». Mentre Francesco Belletti ha sottolineato come «fare famiglia sia un’attività socialmente rilevante», inoltre ha ricordato come ora il quoziente familiare sia tra i cinque punti di programma da attuare alla ripresa delle attività politiche del governo.

Luca Pesenti ha portato anche alcuni numeri che la dicono lunga sull’attuale impegno della politica italiana sulla famiglia: l’investimento del Pil che è fermo all’1 percento, contro il 2,5 della Francia e il 3,2 della Germania.

http://www.vita.it/news/view/106616

domenica 29 agosto 2010

WELFARE: ITALIA ULTIMA IN EUROPA PER SPESA MATERNITA' E FAMIGLIA


WELFARE: ITALIA ULTIMA IN EUROPA PER SPESA MATERNITA' E FAMIGLIA
(ASCA) - Roma, 28 ago - Italia fanalino di coda nell'Unione Europea nella spesa per famiglia e maternita'. Secondo quanto emerge dall'ultima ''Relazione Generale sulla situazione economica del Paese'', relativa al 2009, per queste due voci l'Italia spende circa l'1,2% del prodotto interno lordo, contro il 2% della media Ue a 27 e il 2,1% dell'Ue a 15. Guidata da Danimarca (3,7%), Lussemburgo (3,2%), Svezia (3,0%) e Finlandia (2,9%), la classifica dell'Europa a 15 vede l'Italia attestarsi all'ultimo posto insieme a Spagna e Portogallo. Considerando invece la quota di spesa nell'ambito di tutte le prestazioni di protezione sociale, nella classifica dell'Europa a 27 il nostro Paese e' penultimo, davanti solo alla Polonia.
Se si considera invece l'intera spesa pubblica italiana per il welfare - aggiunge il Tesoro - la quota relativa al sostegno di famiglia e maternità è pari solo al 4,7%, contro una media europea dell'8%. L'Italia fa peggio solo della Polonia (4,5%), collocandosi molto lontano non solo dagli inarrivabili 16,6% lussemburghese e 14,7% irlandese, ma anche dal 10,6% dei tedeschi e dall'8,5% dei francesi.

lunedì 23 agosto 2010

L'Italia e il welfare povero


L'Italia e il welfare povero
(23/08/2010)
Le tasse sono tante ma in cambio la spesa sociale è la più scarsa tra i paesi avanzati dell'Europa. E' quanto rivela un'analisi elaborata dall'ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui ogni anno il peso tributario (tasse, imposte e tributi) è di 7350 euro, mentre la spesa sociale per italiano in Italia è di 8023 euro per italiano. Riceviamo indietro di spesa sociale in media 664 euro in pi di quello che paghiamo.

Ebbene, i Francesi pagano di tasse poco di più (7438 euro di tasse) ma in media la spesa sociale procapite (scuola, sanità, protezione sociale) è di 10776 euro, oltre 3.300 euro in più di quello che pagano. Come dire, bene le tasse peccato che poi la spesa per lo stato sociale in Italia sia ridicola rispetto altri paesi.

E ancora: in Germania la quota procapite di tasse annuali raggiunge i 6919 euro anno ma poi in spesa sociale ricevono in media a persona 9171 (+2251 euro a testa), ancora una volta anni luce dall'Italia.

"La situazione è fortemente sconfortante - commenta il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi – perché dimostra ancora una volta come, pur in presenza di un peso tributario tanto elevato, in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini della società. E' evidente a tutti - prosegue - che le tasse così elevate nel nostro Paese sono la conseguenza di una spesa pubblica eccessiva". Dagli Artigiani di Mestre arriva pertanto la sollecitazione "ad abbassare le imposte, combattere l'evasione fiscale e tagliare le intollerabili inefficienze presenti nella Pubblica amministrazione così come stanno facendo in tutti gli altri Paesi europei".

http://miaeconomia.leonardo.it/economia/lavoro_e_pensioni/news_pensioni/l_italia_e_il_welfare_povero_125478

sabato 21 agosto 2010

Nuove carrozze famiglia sui treni svizzeri


Nuove carrozze famiglia sui treni svizzeri
Entro la fine del 2012 le Ferrovie Federali Svizzere equipaggeranno tutti i 40 treni Intercity a due piani con una nuova carrozza famiglia. Il primo di questi convogli è stato inaugurato il 19 agosto presso lo stabilimento industriale FFS di Olten, con il prezioso aiuto dell'asilo nido Hagmatt di Olten.
Nel piano superiore delle carrozze famiglia del tipo IC2000/Bt i bambini potranno trascorrere il viaggio nel Ticki Park, uno spazio divertimenti caratterizzato dal look da giungla. Scivolo, passaggio sopraelevato, barca e buchi nei quali nascondersi offriranno ai piccoli ospiti un percorso all'insegna del divertimento. Il Ticki Park dispone inoltre di sei posti a sedere per gli adulti. Nel piano inferiore della carrozza sono presenti gli spazi per i passeggini. Gli investimenti per la trasformazione ammontano complessivamente a 2,7 milioni di franchi.
Già oggi sono in circolazione 20 treni Intercity a due piani dotati di carrozza famiglia, su un totale di 40. I treni collegano Ginevra a San Gallo e Romanshorn a Briga. Anche queste carrozze saranno trasformate in Ticki Park famiglia entro la fine del 2012.
"I nostri parchi giochi viaggianti sono molto apprezzati. Ci sono famiglie, che pianificano appositamente gli spostamenti per utilizzare questi treni", ha spiegato Urs Schlegel, direttore del Traffico Viaggiatori di FFS, durante l'inaugurazione.
Lo spazio famiglia è offerto nei vagoni di comando, cioè in testa o in coda ai treni Intercity. Le carrozze sono caratterizzate da scimmiette colorate poste all'esterno e dai pittogrammi a forma di orsetto situati presso le porte d'entrata. Nell'orario online, i treni dotati di questi spazi sono indicati con l'abbreviazione "FA".
http://stradeferrate.blogosfere.it/2010/08/nuove-carrozze-famiglia-sui-treni-svizzeri.html

giovedì 19 agosto 2010

Vacanze a dismisura di famiglia


Vacanze a dismisura di famiglia
Tra crisi economica e mancanza di investimenti a tutti i livelli, per i nuclei familiari è sempre più difficile concedersi un po’ di relax.

Anche quest’anno le famiglie italiane hanno speso meno per le loro vacanze. È quanto si leggeva qualche giorno fa sulle colonne del Sole 24 Ore. Responsabile della decurtazione che ha investito le strutture turistiche quella onnipresente crisi economica che, nonostante i ripetuti annunci di una imminente ripresa, sembra non volerci più abbandonare. Responsabile, però, anche l’anomalia di un paese civile che continua a rivelarsi assai poco attento alle esigenze della famiglia, anche quando essa va in vacanza.
Si pensi alle prenotazioni per una stanza d’albergo. “Buongiorno, avreste una stanza per cinque? Sì, cinque: io, mia moglie e i miei tre figli”. “Come, avrebbe solo una stanza matrimoniale al secondo piano e una tripla al decimo? Ma il più grande dei miei figli ha nove anni”. “Altrimenti una stanza da quattro e un quinto lettino aggiunto, dice? E il lettino dove? Vicino alla vasca da bagno?”.

Non va meglio negli stabilimenti balneari: un ombrellone e due sdraio costano dai 10 ai 25 euro. Poi ti ritrovi un figlio a leggere il suo libro su una sdraio, un secondo figlio a fare le parole crociate sull’altra, la mamma incassata fra le sdraio nell’ultimo residuo d’ombra e il papà sulla riva a fare i castelli di sabbia. Per non parlare, non dico del cane, ma dei gelati. Ripenso ai ghiaccioli della mia infanzia a cinquanta lire. Oggi si acquista un cono confezionato a oltre due euro, il nuovo Bubble Bang a quattro euro, altrimenti una coppa al tavolo intorno ai 12. “Papà, dicono i soliti tre figli, possiamo andare a prendere un gelato?”. “Certo, risponde il genitore, aspetta che ti firmo l’assegno”.

Qualcuno prova a tener conto della famiglia media italiana: una riduzione del 20 per cento sul secondo figlio, del 30 per cento sul terzo (che, statistiche alla mano, raramente c’è). In pratica un single spende 10 euro, una famiglia di cinque persone 45 euro, con lo stesso stipendio o tutt’al più raddoppiato, col diritto a uno spazio ridotto, col tacito avvertimento di non disturbare troppo. È naturale che quando una famiglia con tre figlia passeggia (nel centro commerciale, la domenica), le dolci vecchiette la fermino per complimentarsi. “Tutti suoi? Che coraggio, signora”. Il marito, ovviamente, più che il padre di quelle tre creaturine è un quarto impiccio per la moglie.
Certo, la crisi ha gettato la sua ombra lunga sulle vacanze di tutti gli italiani, ma le famiglie sono oltremodo penalizzate. Tutti lo dicono, soprattutto in campagna elettorale. Pochi fanno qualcosa per agevolarle. E la disattenzione non è solo dei politici.

http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=27026

mercoledì 11 agosto 2010

Per il welfare la povertà è variabile


Per il welfare la povertà è variabile
L'autovelox appena dopo una curva. La lancetta del tachimetro sui 100 all'ora, in una strada con il limite a 50. E la multa, prevedibile e inevitabile. È successo mercoledì scorso a Giovanni, 37enne impiegato milanese, che per un attimo ha sperato di poter pagare la sanzione a rate grazie alle nuove norme del Codice della strada. Niente da fare, però. E non solo perché le regole entreranno in vigore venerdì: è anche una questione di redditi.
Nell'ultima dichiarazione – modello 730 – Giovanni ha indicato un imponibile di 19.154 euro. Ha due figli piccoli ed è sposato con Laura, che lavora con un contratto di collaborazione e guadagna 5.214 euro all'anno. In tutto, fa poco più di 24mila euro. Per poter dilazionare la multa, invece, il reddito familiare avrebbe dovuto essere al di sotto di 13.726 euro (soglia calcolata aumentando il valore base di 10.628 euro in base al numero di familiari).
Se però lo stesso tetto fosse espresso in termini di Isee, anziché di reddito imponibile, il risultato rientrerebbe nel limite. Il simulatore sul sito dell'Inps conferma il valore che Giovanni ha fatto calcolare da un centro di assistenza fiscale: 10.555 euro di Isee, l'Indicatore della situazione economica equivalente.
Quella di usare il reddito imponibile anziché l'Isee è una scelta del legislatore, e come tale va accettata. Ma questo piccolo esempio è sufficiente a mostrare quanto possano cambiare i risultati in base ai criteri di selezione. L'Isee è stato introdotto in Italia con il Dlgs 109/1998 ed è nato proprio per misurare quelle caratteristiche che non sono direttamente riconducibili al reddito: tant'è vero che, per calcolarlo, bisogna tenere conto anche del patrimonio mobiliare (BoT, conti correnti, azioni) e di quello immobiliare (scontando eventualmente la quota di mutuo ancora da pagare). Il tutto corretto secondo una scala di equivalenza che premia le famiglie numerose, quelle in cui ci sono portatori di handicap o in cui entrambi i genitori lavorano.
Dodici anni dopo la sua introduzione, l'Isee è di gran lunga il parametro più usato per decidere i beneficiari di prestazioni sociali agevolate. L'anno scorso l'Inps ne ha contati quasi 7 milioni, dato più che triplicato rispetto al 2002. Anche nel perimetro di questo indicatore, però, si possono incontrare valori limite diversi da una città all'altra. Perché accanto a prestazioni per le quali esiste un valore-soglia uguale su tutto il territorio nazionale (come il bonus sociale per l'elettricità) ce ne sono altre che dipendono dalle scelte dei singoli enti coinvolti (come le tariffe per gli asili).
Il caso di Giovanni può fare da bussola. Con il suo valore di Isee, dopo l'estate avrà dal comune di Milano una tariffa agevolata per mandare al nido d'infanzia il più piccolo dei suoi figli: 103 euro al mese di contributo di frequenza, contro i 465 euro di tariffa massima. Con lo stesso Isee, a Bologna la tariffa sarebbe di 144 euro e a Torino di 168 euro. Piccole e grandi differenze, che dipendono anche dal numero di fasce di reddito: Milano, per esempio, ne usa solo quattro, il capoluogo piemontese 21.
Se il figlio di Giovanni avesse appena dato la maturità, servirebbe l'Isee anche per calcolare le tasse universitarie. Anzi, servirebbe l'Iseeu, una variante che – tra l'altro – considera solo al 50% i redditi prodotti dai fratelli dello studente. Attestazione alla mano, per l'immatricolazione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza alla Statale di Milano si pagherebbero 698 euro, contro i 650 dell'università dell'Insubria e i 435 euro dell'università di Pavia. In tutti e tre i casi si tratterebbe della prima fascia, che di fatto azzera la seconda rata delle tasse universitarie.
Fuori dal mondo accademico, però, la soglia del livello del bisogno si abbassa drasticamente. Tant'è che Giovanni non ha potuto richiedere né il bonus elettrico (72 euro da scontare in bolletta per il 2010), né il bonus gas (125 euro per un'utenza milanese che utilizzi il metano per il riscaldamento, i fornelli e il boiler): in entrambi i casi, bisogna stare sotto i 7.500 euro di Isee. Stesso discorso per la social card riservata ai bambini con meno di tre anni: per ottenerla serve un Isee inferiore a 6.235,35 euro. Troppo poco, in questo caso.



http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-09/welfare-poverta-variabile-080533.shtml?uuid=AYunyJFC#continue

venerdì 6 agosto 2010



Famiglia: Istat, divorzi raddoppiati in 13 anni
Boom di divorzi e diminuzione del numero dei matrimoni, in uno dei paesi più cattolici del mondo, con 84.165 separazioni in Italia e 54.351 divorzi nel 2008, corrispondenti ad un incremento, rispettivamente, del 3,4% e del 7,3% rispetto all’anno precedente. Ma a tenere di più rispetto, al passato, sono i matrimoni tra coniugi di diversa cittadinanza, che hanno visto il decremento di circa un terzo delle crisi matrimoniali. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto su Separazioni e divorzi in Italia presentato dall'Istat. Se si considera il periodo compreso tra il 1995 e il 2008, il numero delle separazioni e dei divorzi è circa raddoppiato: "nel 1995 si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni 1.000 matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179 divorzi". Ci si separa di più nel Nord-ovest (con picchi in Liguria e la Valle d'Aosta), con 363 separazioni per 1.000 matrimoni, e meno al Sud, con 186 separazioni per 1.000 matrimoni. Il matrimonio dura ormai, in media, dai 7 ai 12 anni. Tra coniugi di diversa nazionalità (coppie miste), le separazioni sono invece diminuite del 30 per cento. Gli stranieri di sicuro possono permettersi meno ripensamenti, anche perché per un divorzio, secondo una stima dell'Aduc, si può arrivare a spendere fino ad un massimo di 23 mila euro.

Vienna, l'impero formato famiglia
Piani turistici e pacchetti famiglia la rendono estremamente conveniente.
http://www.viaggi24.ilsole24ore.com/Rubriche/Bambini/2010/07/vienna-weekend.php

Mai pensato a un weekend estivo in quel di Vienna, "città più abitabile del mondo" degli ultimi anni secondo la stampa turistica internazionale e lo Studio Mercer? No? Allora pensateci.

Il piano famiglia varato dal locale Ufficio turismo permette oggi, e per tutta l'estate 2010, soggiorni completamente gratuiti in hotel quadristellati per tutti i bambini sotto i 16 anni. Con la conseguenza di trovare pacchetti per famiglia tipo questo: da 199 euro per per 3 giorni/2 notti 2 adulti e 2 bambini allo storico e centrale Vienna Hotel Palace (Margaretenstraße 92, tel. 0043-1 546860). Oppure al nuovo, e di design, Hotel Schottenfeld (Schottenfeldgasse 74, tel. 0043-15265181).

E per le famiglie numerose, c'è l'Hotel Capri: un 3 stelle con appartamenti da una camera matrimoniale più una o due stanze supplementari e comunicanti con due letti separati ciascuna. A partire da 78 euro per camera a notte (Praterstraße 44-46, , tel. 0043-12148404). Ricordate anche che i giovani stranieri di età inferiore a 15 anni (portare un documento d'identità!) possono viaggiare gratis sulla metropolitana, il tram e l'autobus durante le ferie scolastiche a Vienna nonché ogni domenica e giorno festivo. Quanto al viaggio, si trovano facilmente offerte da cira 900 euro a/r due adulti e due bambii con Swiss Airlines.

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