domenica 17 gennaio 2010

Papà, mamma e figli: siamo i più tartassati d’Europa


Papà, mamma e figli: siamo i più tartassati d’Europa


Le famiglie italiane sono tra le più «tartassate» d’Europa. E il carico fiscale è ancora più pesante quando a portare a casa lo stipendio è solo il capofamiglia. Una situazione a dir poco sconfortante soprattutto a confronto con quella di un Paese a noi vicino: la Francia, dove è applicato il «quoziente familiare» che prevede una imposta sulle persone fisiche che decresce all’aumentare del numero dei componenti. È quanto rileva un’analisi condotta dall’Ufficio Studi degli artigiani di Mestre.

Per rendere omogeneo il confronto - rileva una nota dell’associazione - sono state prese come riferimento una famiglia italiana e una francese composte entrambe da marito, moglie e 2 figli a carico con redditi da lavoro dipendente. Per la famiglia italiana, però, sono state fatte due ipotesi: la prima, in cui è solo il capofamiglia a percepire un reddito, mentre nella seconda a lavorare sono entrambi i coniugi. Il calcolo dei livelli di reddito è stato fatto basandosi sull’imponibile Irpef. La comparazione riguarda solo la tassazione dell’imposta personale, senza includere le addizionali Irpef.

Nel caso del reddito di 30mila euro, in Francia il carico fiscale annuo è di 348 euro, indipendentemente dal fatto che la famiglia sia mono o bireddito. In Italia, invece, se il nucleo è monoreddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 euro, cioè 4.662 euro in più rispetto alla famiglia francese, se bireddito raggiunge i 2.842 euro, ossia 2.494 in più.

Al secondo livello, cioè un reddito di 55mila euro, invece, la famiglia francese è sottoposta ad una tassazione di 2.988 euro. In Italia il nucleo monoreddito paga 15.989 euro - 13mila in più rispetto alla famiglia d’Oltralpe - quello bireddito versa all’Erario 10.530 pari a 7.542 euro in più.


A fare la differenza è il quoziente familiare, che si applica al «foyer fiscal», comprendente il contribuente, il coniuge, i figli minori e gli eventuali invalidi conviventi. In estrema sintesi, il sistema è basato sulle cosiddette «quote»: ogni figlio vale metà quota, ma a partire dal terzo ne vale una intera. Il reddito imponibile viene quindi diviso per il numero delle quote, ottenendo così il quoziente familiare, che vale anche per le coppie «Pacsate», cioè in unione civile da almeno 5 anni. In Italia invece «nonostante gli sgravi fiscali dati in questi decenni dai vari governi che si sono succeduti - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - il peso delle imposte è ancora eccessivo. Soprattutto per le famiglie monoreddito, che costituiscono quasi la metà dei nuclei familiari italiani. Una tipologia familiare concentrata prevalentemente al sud e tra le più colpite dalla crisi economica in atto». Non solo: «Rispetto ai principali Paesi europei - aggiunge Bortolussi - le famiglie italiane sono oggetto di ulteriori costi, dovuti all’inefficienza del nostro sistema pubblico. Mi riferisco ai lunghissimi tempi di attesa per effettuare le visite specialistiche presso i nostri ospedali che costringono molte persone a rivolgersi alle strutture private. Oppure all’inadeguatezza del nostro sistema di trasporto pubblico che spesso obbliga molti italiani ad usare l’automobile privata per recarsi al lavoro».





Nessun commento:

Posta un commento

Contatore visite