venerdì 1 gennaio 2010

Ha 9 figli, ma non può portarli nel suo pulmino

Ha 9 figli, ma non può portarli nel suo pulmino

Quartese nei guai con la burocrazia: interrogazione Pd. La sua vicenda personale è finita alla Camera dei deputati


QUARTU. Se il codice della strada e il relativo regolamento attuativo a breve saranno modificati in maniera sostanziale, il merito sarà di un sardo, il quartese Gianni Chessa, insegnante di educazione fisica. La sua vicenda personale, la difficoltà di poter immatricolare il suo pulmino di 17 posti destinato al trasporto di undici persone - nove figli, uno in arrivo il mese prossimo, più papà e mamma - è finita alla Camera dei deputati. Probabilmente il «caso Chessa» costringerà i tecnici del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a presentare una leggina veloce per sanare la situazione, che penalizza le famiglie numerose.

L’onorevole Luigi Bobba - ex presidente della Acli e da due legislature deputato inizialmente della Margherita e ora del Pd, attuale vice presidente della commissione Lavoro di Montecitorio - ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dei Trasporti nella quale fotografa perfettamente la situazione del signor Gianni Chessa, riportata tra l’altro dal settimanale Famiglia Cristiana.

«Una famiglia composta da nove figli, più uno in arrivo, costretta ad utilizzare una autovettura di nove posti per un totale di undici persone, ha deciso di acquistare un minibus, per potersi spostare in sicurezza - spiega l’onorevole Luigi Bobba -. Il capofamiglia ha adempiuto agli obblighi per poter avere il rilascio della patente di tipo D. La concessionaria, onde evitare l’utilizzo per fini diversi da quelli necessari allo spostamento di una famiglia (e quindi per fugare sospetti relativi ad un eventuale lavoro in nero), ha richiesto lo stato di famiglia, ma, nonostante tutto ciò, ha precisato che l’autovettura non poteva essere immatricolata, in quanto parrebbe non sia contemplata nel nostro Paese una famiglia di undici persone che voglia viaggiare insieme. E così la famiglia è costretta a viaggiare legando due figli minori alla stessa cintura di sicurezza, rischiando in caso di sinistri gravi danni per gli stessi».


Il codice della strada è molto chiaro: fino a nove posti il mezzo di trasporto è un’autovettura, che può essere guidata anche con patente B. Per un veicolo con oltre nove posti, il regolamento attuativo non parla più di autovettura, ma di minibus e autobus, per i quali è necessaria la patente D (che Gianni Chessa ha regolarmente conseguito), corredata da certificato di abilitazione professionale per trasporto pubblico. Insomma un bel po’ di burocrazia, che la tanto auspicata semplificazione amministrativa potrebbe in un colpo solo eliminare.

Logica la conclusione di Luigi Bobba: «Ora il governo spieghi per quali motivi in Italia non è possibile immatricolare un minibus come mezzo di spostamento per una famiglia che obiettivamente ne abbia necessità, quantomeno numerica, anche al fine di garantire la sicurezza stradale per la stessa famiglia».

Per la cronaca, la Motorizzazione civile di Cagliari nelle scorse settimane ha trovato comunque una prima soluzione al problema: ha immatricolato il Ford Transit da 17 posti, nuovo di zecca, di Gianni Chessa, annotando però sul libretto di circolazione che è l’i nsegnante può guidare il mezzo esclusivamente se a bordo ci sono i suoi figli. (m.gir.)

http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/ha-9-figli-ma-non-puo-portarli-nel-suo-pulmino/1817645

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