martedì 6 aprile 2010

Il riscaldamento più caro d'Europa

Il riscaldamento più caro d'Europa

In Italia le famiglie pagano il gasolio domestico +51% rispetto al prezzo medio U http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201004articoli/53862girata.asp

Il gasolio da riscaldamento in Italia è il più caro d’Europa, in una misura scandalosa: costa il 51% più della media Ue, e il doppio del Paese dove si paga meno in assoluto. Questo succede al lordo delle tasse, ma anche al netto non è che stiamo tanto meglio: scendiamo dal primo al terzo posto in Europa nella classifica dei più cari, perciò 25 Stati dell’Unione su 28 pagano meno di noi.

Il problema emerge dall’ultimo aggiornamento disponibile sul sito internet del ministero dello Sviluppo economico, e riguarda le famiglie che ancora non hanno installato impianti a metano (oppure il teleriscaldamento); se invece hanno il riscaldamento a gas naturale pagano un po’ meno, però restano funestate da una tassazione fra le più alte del continente, e il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti sottolinea un aspetto particolarmente irrazionale delle disposizioni fiscali: «Se una famiglia stipula un contratto di fornitura del metano per cucina più riscaldamento paga l’Iva al 20 per cento, invece si fa il contratto per solo uso cucina se la cava col 10 per cento. Questa è una delle disposizioni più inique che ci siano».È il momento giusto per fare bilanci sulle spese di riscaldamento perché proprio in questi giorni i termosifoni si stanno gradualmente spegnendo. La legge che regola il riscaldamento domestico prevede la suddivisione dell’Italia in sei zone climatiche. In tre di queste zone (la A, la B e la C) i termosifoni sono stati spenti il 31 marzo; in altre due (la D e la E) si può accendere ancora fino al 15 di questo mese, mentre nella sesta non ci sono limitazioni. Da qualche giorno, quindi, in molte città del Sud comprese Napoli, Palermo, Bari, Catanzaro, Reggio Calabria, Cagliari, ma anche in qualche comune del Centro, i termosifoni sono stati spenti (o almeno dovrebbero esserlo stati) e si tirano le somme di quanto si è speso. Il bilancio è molto negativo: in Italia il gasolio per riscaldamento costa ben 1,164 euro al litro, contro 0,768 della media europea. Si tratta del prezzo più alto in assoluto fra tutti i 29 Paesi dell’Unione. L’Italia è tallonata dall’Ungheria, dove per un litro di gasolio servono 1,145 euro. Al terzo posto viene la Danimarca (1,141 euro al litro) mentre il Paese più economico risulta il Lussemburgo, dove per riscaldare gli appartamenti con il gasolio bastano 0,574 euro. I maggiori Paesi europei paragonati a noi hanno prezzi molto più contenuti e in linea con la media: la Francia si ferma a 0,700 euro al litro, la Germania a 0,678, la Spagna a 0,668 e la Gran Bretagna all’equivalente di 0,607 euro al litro. Tra primo e ultimo posto in classifica corrono 0,59 euro; per vederla in un altro modo, in Italia il gasolio da riscaldamento costa più del doppio che in Lussemburgo e quasi il doppio di Belgio e Gb.Ipotizzando un utilizzo di mille litri di gasolio per il riscaldamento dell’abitazione, la famiglia italiana paga quasi 1.200 euro, contro i nemmeno 600 di una lussemburghese. Se anziché il gasolio usa il metano, la famiglia italiana media spende circa mille euro fra riscaldamento e cucina. Per caso la differenza a nostro danno rispetto all’Europa sarà colpa delle tasse? No. Anche eliminando questa voce, che peraltro pesa notevolmente, l’Italia si piazza molto male nel panorama europeo: il prezzo industriale del suo gasolio per riscaldamento è infatti pari a 0,567 euro al litro, al terzo posto in classifica dietro a quelli occupati da Irlanda e Danimarca, mentre in altri 25 Paesi si spende meno.

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