mercoledì 11 agosto 2010

Per il welfare la povertà è variabile


Per il welfare la povertà è variabile
L'autovelox appena dopo una curva. La lancetta del tachimetro sui 100 all'ora, in una strada con il limite a 50. E la multa, prevedibile e inevitabile. È successo mercoledì scorso a Giovanni, 37enne impiegato milanese, che per un attimo ha sperato di poter pagare la sanzione a rate grazie alle nuove norme del Codice della strada. Niente da fare, però. E non solo perché le regole entreranno in vigore venerdì: è anche una questione di redditi.
Nell'ultima dichiarazione – modello 730 – Giovanni ha indicato un imponibile di 19.154 euro. Ha due figli piccoli ed è sposato con Laura, che lavora con un contratto di collaborazione e guadagna 5.214 euro all'anno. In tutto, fa poco più di 24mila euro. Per poter dilazionare la multa, invece, il reddito familiare avrebbe dovuto essere al di sotto di 13.726 euro (soglia calcolata aumentando il valore base di 10.628 euro in base al numero di familiari).
Se però lo stesso tetto fosse espresso in termini di Isee, anziché di reddito imponibile, il risultato rientrerebbe nel limite. Il simulatore sul sito dell'Inps conferma il valore che Giovanni ha fatto calcolare da un centro di assistenza fiscale: 10.555 euro di Isee, l'Indicatore della situazione economica equivalente.
Quella di usare il reddito imponibile anziché l'Isee è una scelta del legislatore, e come tale va accettata. Ma questo piccolo esempio è sufficiente a mostrare quanto possano cambiare i risultati in base ai criteri di selezione. L'Isee è stato introdotto in Italia con il Dlgs 109/1998 ed è nato proprio per misurare quelle caratteristiche che non sono direttamente riconducibili al reddito: tant'è vero che, per calcolarlo, bisogna tenere conto anche del patrimonio mobiliare (BoT, conti correnti, azioni) e di quello immobiliare (scontando eventualmente la quota di mutuo ancora da pagare). Il tutto corretto secondo una scala di equivalenza che premia le famiglie numerose, quelle in cui ci sono portatori di handicap o in cui entrambi i genitori lavorano.
Dodici anni dopo la sua introduzione, l'Isee è di gran lunga il parametro più usato per decidere i beneficiari di prestazioni sociali agevolate. L'anno scorso l'Inps ne ha contati quasi 7 milioni, dato più che triplicato rispetto al 2002. Anche nel perimetro di questo indicatore, però, si possono incontrare valori limite diversi da una città all'altra. Perché accanto a prestazioni per le quali esiste un valore-soglia uguale su tutto il territorio nazionale (come il bonus sociale per l'elettricità) ce ne sono altre che dipendono dalle scelte dei singoli enti coinvolti (come le tariffe per gli asili).
Il caso di Giovanni può fare da bussola. Con il suo valore di Isee, dopo l'estate avrà dal comune di Milano una tariffa agevolata per mandare al nido d'infanzia il più piccolo dei suoi figli: 103 euro al mese di contributo di frequenza, contro i 465 euro di tariffa massima. Con lo stesso Isee, a Bologna la tariffa sarebbe di 144 euro e a Torino di 168 euro. Piccole e grandi differenze, che dipendono anche dal numero di fasce di reddito: Milano, per esempio, ne usa solo quattro, il capoluogo piemontese 21.
Se il figlio di Giovanni avesse appena dato la maturità, servirebbe l'Isee anche per calcolare le tasse universitarie. Anzi, servirebbe l'Iseeu, una variante che – tra l'altro – considera solo al 50% i redditi prodotti dai fratelli dello studente. Attestazione alla mano, per l'immatricolazione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in giurisprudenza alla Statale di Milano si pagherebbero 698 euro, contro i 650 dell'università dell'Insubria e i 435 euro dell'università di Pavia. In tutti e tre i casi si tratterebbe della prima fascia, che di fatto azzera la seconda rata delle tasse universitarie.
Fuori dal mondo accademico, però, la soglia del livello del bisogno si abbassa drasticamente. Tant'è che Giovanni non ha potuto richiedere né il bonus elettrico (72 euro da scontare in bolletta per il 2010), né il bonus gas (125 euro per un'utenza milanese che utilizzi il metano per il riscaldamento, i fornelli e il boiler): in entrambi i casi, bisogna stare sotto i 7.500 euro di Isee. Stesso discorso per la social card riservata ai bambini con meno di tre anni: per ottenerla serve un Isee inferiore a 6.235,35 euro. Troppo poco, in questo caso.



http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-08-09/welfare-poverta-variabile-080533.shtml?uuid=AYunyJFC#continue

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